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Forte del Montecchio - Forte di Fuentes

Forte del Montecchio

L’unico forte della grande guerra ancora intatto con i 4 più grandi cannoni italiani.
Il forte è una delle tipiche costruzioni progettate, all’inizio del secolo, dal generale Enrico Rocchi che è ritenuto un genio delle costruzioni militari dell’epoca.

Si tratta di una struttura, completamente in cemento e pietra, a due piani, con gli alloggi dei militari realizzati in un’ala separata dal corpo centrale. I due edifici risultano collegati, grazie ad una galleria scavata nella roccia e protetta da volte dello spessore di circa due metri. Sulla sommità dell’edificio sono posizionati, in installazioni girevoli e protette da cupole di acciaio e ghisa, quattro cannoni. Si tratta del più moderno armamento utilizzato, nelle fortificazioni italiane, durante la Prima Guerra Mondiale. I quattro pezzi sono gli unici originali conservati sino ai giorni nostri. Si tratta di armi prodotte dalla ditta francese Schneider, in quanto l’industria bellica italiana non era in grado di fornire cannoni necessari per tutte le fortificazioni.

I pezzi, modello 149/35 S, oltre ad essere i più grandi cannoni presenti in Italia, sono ancora perfettamente funzionanti. Anche se, chiaramente, l’eliminazione del percussore impedisce di utilizzarli per sparare. Ogni pezzo, oltre a ruotare su se stesso, ha la possibilità di effettuare un alzo fra –8° e +42°. Possiede, inoltre, un freno, un recuperatore e un congegno ad arie compressa che permette di espellere dalla canna i gas prodotti dalla deflagrazione.
Ogni cannone, dal peso di 3.800 Kg, poteva utilizzare proiettili di tipo diverso. Lo sharapnel, da 52 Kg, raggiungeva obbiettivi posti a 11.6 Km. Mentre le granate 149 S, pesanti 42 Kg, arrivavano fino a 12.1 Km. Più leggere, ma con portata decisamente superiore, le granate monoblocco da 37 Kg, capaci di raggiungere distanze di 14.2 Km.

Una particolarità dei cannoni è che non usavano cariche di lancio in bossolo, ma in sacchetto. L’esplosivo era conservato nella polveriera scavata sotto la montagna e, nei momenti di necessità, veniva portato al piano superiore grazie ad appositi montacarichi. Mentre una squadra di artiglieri provvedeva all’immediata confezione delle cariche da utilizzare. Gli ufficiali, addetti al puntamento, si trovavano nella Camera di comando. Qui calcolavano le traettorie per mezzo delle carte e delle tavole di tiro poi, grazie a un sistema interfono, impartivano gli ordini agli uomini posizionati ai pezzi. Una cupola di osservazione, infine, consentiva di verificare l’efficacia del colpo.

Forte di Fuentes

Il forte di Fuentes fu fatto costruire dall'omonimo conte spagnolo, governatore del Ducato di Milano, nel 1603, a guardia del proprio confine settentrionale dalle invasioni dei Grigioni (alleati della Repubblica di Venezia).

Di questo forte, soppresso da Giuseppe II nel 1782 e distrutto per ordine di napoleone nel 1796, riconosciamo ancora il perimetro, la residenza del governatore, la cappella dalla quale fu staccato l'affresco raffigurante Santa Barbara, oggi conservato nella moderna parrocchiale di Colico, dedicata a San Giorgio.

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